Pubblicato il 26/05/2016
Quante volte al momento di assaggiare un vino avete sentito la frase ‘Sa di tappo’? Un vero e proprio tormentone che ci insegna quanto questo piccolo oggetto sia fondamentale. Infatti, non solo è necessario per una corretta conservazione del vino, ma è anche parte integrante dell’eleganza della bottiglia, costituendo in alcuni casi anche un vero e proprio elemento di design.
Forse in pochi sanno che esistono varie tipologie di tappi per vino, in grado di garantire una perfetta conservazione senza rinunciare a un gradevole risultato estetico.
Di certo, la tipologia di tappo più diffusa e apprezzata è quella in sughero. I tappi in sughero sono fondamentalmente di due tipi: monopezzo o agglomerato. Il tappo di sughero monopezzo (con cui vengono tappati i vini più pregiati come Duca Enrico ma anche Corvo Rosso) viene ricavato dalla corteccia dell’albero da sughero e per essere perfetto deve rispettare 3 caratteristiche fondamentali:
Estetica – meno difetti ha il sughero più il tappo è pregiato
Meccanica – il tappo deve avere un grado di elasticità ottimale
Organolettica – il tappo deve garantire la qualità organolettica del vino imbottigliato
I tappi di sughero agglomerato invece sono ottenuti da un agglomerato di sughero e collante. Questa tipologia di tappo in sughero è usata principalmente per vini bianchi fermi, frizzanti e spumanti, e per i vini destinati ad essere gustati giovani, come Corvo Bianco.
I tappi in sughero hanno l’indispensabile capacità di trattenere i liquidi nonché quella di far passare delle piccole quantità di ossigeno in grado di esaltare il gusto del vino, conferendo per esempio degli aromi fruttati. Tuttavia, anche questo materiale può avere un inconveniente, ovvero la possibilità che il vino venga contaminato da sostanze maleodoranti cedute dal sughero e determinanti lo sgradevole “gusto di tappo”.
Per ovviare a questo problema, esistono altre interessanti soluzioni che spesso ingiustamente non incontrano il favore di tutti i consumatori di vino. Questo è il caso dei tappi sintetici, realizzati con diversi composti chimici ed elastici quanto il sughero. La principale differenza con quest’ultimo è la totale ermeticitàche scongiura qualsiasi passaggio di ossigeno, rivelandosi perfetto per quei vini che non necessitano di maturazione ma sono consumati in tempi brevi.
E se l’utilizzo di materiali sintetici fa storcere il naso a qualcuno, quello del tappo a vite non entusiasma affatto i tradizionalisti che così rinuncerebbero al rituale dello stappare la bottiglia. Infatti, venuto meno il ruolo cruciale del cavatappi, basta solo una piccola pressione per rimuovere l’involucro e il vino è subito pronto per essere degustato.
Esiste, dunque, un tappo migliore per vino? La risposta non è univoca e soprattutto dipende dalla conservazione desiderata. Certamente la scelta di un fornitore fidato e di qualità, gli attenti e strettissimi controlli a cui le partite di tappi vengono sottoposte attraverso analisi chimiche e soggettive (l’analisi olfattiva dei tappi in sughero da parte dell’enologo costituisce ancora uno step fondamentale) aiutano a ridurre i problemi. In ogni caso rimane fondamentale concentrarsi su ciò che stiamo bevendo: la lettura attenta dell’etichetta e una degustazione consapevole fanno sempre la differenza!
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