È una mattina del 1824 e un nobile siciliano decide di vinificare le uve provenienti dai suoi possedimenti di Casteldaccia. Così Giuseppe Alliata di Villafranca scrive una delle prime pagine della storia dell’enologia in Sicilia.
Scopritene con noi i capitoli più salienti.

 

La storia Duca di Salaparuta è lunga quasi 200 anni

Due secoli fa uno degli esponenti più in vista della nobiltà siciliana, Giuseppe Alliata di Villafranca, cultore del vino, principe del Sacro Romano Impero, che tra i propri titoli nobiliari vantava quello di Duca di Salaparuta, con il quale viene poi battezzata l’azienda, produceva un vino siciliano tutt’altro che ordinario.

 

La volontà del Duca era quella di produrre un vino innovativo in grado di competere con il modello enologico francese dell’epoca. Teneva talmente tanto al progetto che cominciò a seguire personalmente i lavori in vigna e a vinificare un bianco e un rosso, i primi vini imbottigliati in Sicilia, dando così inizio, con sole 5.000 bottiglie, a una lunga storia che perdura fino a oggi.

All’approccio lungimirante e avanguardistico di Giuseppe Alliata di Villafranca spetta dunque non solo il primato di aver creato le prime bottiglie di vino dell’Isola, ma anche quello – più importante – di aver guardato molto più avanti di altri in Sicilia.

 

È grazie all’interesse e agli studi del figlio Edoardo che i possedimenti di Casteldaccia resistono alla fillossera. Da uno dei suoi viaggi in Francia torna infatti con le barbatelle americane per preparare il territorio all’arrivo del parassita e, grazie al suo intervento, i vigneti della contrada Corvo saranno gli unici a resistere anni dopo alla fillossera e ad essere in piena produzione.

 

Dopo un secolo dalla fondazione, è Enrico Alliata a ereditare la passione dei suoi predecessori e a dare sfogo a un’accentuata sete imprenditoriale che lo porta ad arricchire la linea di nuove etichette e a migliorare il livello qualitativo dei vini prodotti. Un incorreggibile visionario il Duca, che animato dal sogno enoico del nonno Edoardo, porta i suoi vini a varcare i confini isolani per giungere fino a New York con premi e riconoscimenti importanti.  Alla sua morte nel 1946, Enrico viene salutato come uno dei maestri della moderna enologia.

 

La figlia Topazia, moglie di Fosco Maraini e madre di Dacia, eredita il suo estro visionario. Alla guida dell’Azienda di famiglia dimostra coraggio, ambizione e diventa simbolo di emancipazione femminile.

Con Topazia, Duca di Salaparuta raggiunge nuovi traguardi. Nel 1959 a Casteldaccia vede luce Colomba Platino, un raffinato bianco per i tempi rivoluzionario sia per gusto che per tecniche di vinificazione e che, dopo 50 anni di storia, continua ad essere annoverato come uno dei classici più amati dell’enologia siciliana.

 

Ultima Alliata a gestire l’Azienda di famiglia, Topazia ha l’intuizione di cedere l’attività a chi poteva garantirne la continuità imprenditoriale: la Regione Sicilia. Sono gli anni Ottanta e questo è il periodo in cui l’enologia siciliana viene scossa da una vera e propria rivoluzione enoica: il primo Nero d’Avola vinificato in purezza, ovvero Duca Enrico.

 

Duca di Salaparuta rivoluziona l’enologia in Sicilia

Nato nel 1984 grazie a un uomo che ha creduto fortemente nella potenzialità espressive dei vitigni di Sicilia, Franco Giacosa, che lo ha definito come una delle scommesse più importanti della sua vita, con Duca Enrico Duca di Salaparuta inaugura un nuovo capitolo della storia enoica, a 160 anni dalla sua fondazione. Grazie a Franco Giacosa, il Nero d’Avola, che fino a quel momento era utilizzato esclusivamente come vino da taglio, diventa il principe dei vitigni siciliani e un segno distintivo nel panorama vitivinicolo nazionale.

A distanza di quasi 40 anni, un’enologia innovativa e artigiana continua a esaltare il modo in cui, annata dopo annata, il Nero d’Avola di Duca di Salaparuta decodifica e interpreta la Sicilia.

 

Non passano tre anni dalla nascita di Duca Enrico che un nuovo progetto regala alla Sicilia del vino un bianco senza eguali, Bianca di Valguarnera. Una sfida per nulla meno ambiziosa della precedente, perché verte non solo sul vinificare un’insolia 100%, ma anche sul considerarlo degno di un lungo passaggio in botte. Così da 36 anni, il bianco barricato ambasciatore del brand continua a farsi riconoscere per struttura, eleganza e longevità.

 

Questi progetti dalla portata rivoluzionaria sono la massima espressione della Sicilia autoctona e rivelano l’anima enoica dell’Azienda, legata ai territori dell’isola e alle sfide innovative. Ma ci sono ancora altri capitoli interessanti che arricchiscono la storia di Duca di Salaparuta. Curiosi di conoscerli?

 

Duca di Salaparuta oggi

Alle porte del terzo millennio il sentimento e la passione visionaria sono gli stessi di inizio Ottocento.

È il 2001 quando Duca di Salaparuta passa nelle mani di chi continua, ancora una volta, a credere nel sogno. Il sognatore è la famiglia Reina, che rileva l’azienda di Casteldaccia e compie un passo decisivo per il suo sviluppo, acquistando i territori di produzione: le Tenute.

 

Una scommessa unica tanto quanto quella di Giacosa è stata la scelta di Vajasindi sull’Etna, acquistata quando ancora i riflettori non erano puntati sui suoli vulcanici. La Tenuta diviene la culla prediletta per grandi sperimentazioni e nuove scommesse enologiche. Qui, con la coltivazione del vitigno francese Pinot Nero, nasce Nawàri, il terzo vino Icona di Duca di Salaparuta che conferma l’ambizione progressista dell’azienda.

 

Negli anni le Tenute divengono i grembi fertili di nuovi progetti che, utilizzando i diversi terroir di Riesi, Salemi e Castiglione di Sicilia, esprimono a gran voce la Sicilia del vino.

Nel 2021 prende forma Suolo. L’idea è quella di sfruttare solo alcune porzioni di selezionate vigne per allevare solo le piante che naturalmente beneficiano di quello specifico suolo e terroir, mettendo in pratica la zonazione. Nascono così uno Zibibbo, un Cabernet Franc e un Sauvignon Blanc, vitigni autoctoni e stranieri dalla grande impronta varietale.

La stessa Vajasindi, con Lavico, diviene teatro di un progetto che mira a narrare l’Etna più autentico attraverso i suoi vitigni autoctoni.

 

Così Duca di Salaparuta attraversa due secoli raccontando, con la stessa passione di chi ha iniziato, la Sicilia enoica, ribelle e visionaria, in tutte le sue sfumature, con metodi e tecniche tradizionali e innovativi che conferiscono nuove espressioni a ogni vino pur mantenendone intatta le personalità, che rimane sempre intrinsecamente siciliana.

Una storia di uomini, territori e proiezioni al futuro, che ha trasformato una tradizione rurale contadina in un modello imprenditoriale che resiste ai cambiamenti del tempo. Una storia di continuità enoica che si arricchisce di nuovi capitoli anno dopo anno.

 

Scoprite i vini che continuano a ridisegnare l’enologia odierna sul Duca.Store.

La Sicilia è una regione ricca di storia e cultura, ma è anche un’isola con una grande tradizione enologica.

Famosa per i suoi vini rossi, riesce a stupirci anche per i suoi bianchi intensi, mediterranei, freschi. Scopriamo insieme cosa rende la Sicilia un territorio ideale anche per la coltivazione delle uve a bacca bianca.

 

La Sicilia enologica

Un luogo unico che incanta chi lo visita per i suoi sapori, i profumi e per le sue tante bellezze naturalistiche.

La regione presenta una grande varietà paesaggistica che spazia dalle assolate coste mediterranee ai terreni vulcanici, fino alle zone selvagge dell’entroterra, con una moltitudine di microclimi e suoli che nel corso dei secoli hanno fatto la sua fortuna enologica. La Sicilia, infatti, non è solo la regione italiana con la maggiore estensione territoriale, ma è anche quella con la superficie vitata più ampia.

 

Un territorio così sfaccettato ha fatto sì che la Sicilia del vino negli anni si evolvesse, raggiungendo risultati eccezionali. L’Isola è patria di rossi di straordinaria personalità che hanno saputo interpretare in modo eccellente il terroir d’origine e che ci regalano bottiglie prestigiose: Nero d’Avola, ma anche Nerello Mascalese, Frappato, Perricone.

 

Eppure, la Sicilia riesce a distinguersi nel panorama enoico internazionale anche come terra di bianchi estremamente tipici.

Scegliere un vino bianco siciliano vuol dire assaporare un vino pieno di gusto, tradizione e carattere.

La personalità dei vini bianchi siciliani è legata alla tipologia di vitigno, all’allevamento, all’ambiente pedoclimatico, al tipo di affinamento e in generale alle tecniche agronomiche e produttive proprie di ogni territorio. E nei territori dell’Isola sono le correnti del Mediterraneo e i caldi venti africani a forgiare uve bianche irripetibili altrove.

Ci riferiamo al Grillo, all’Insolia, al Carricante, al Catarratto, al Moscato d’Alessandria, al Grecanico o allo Chardonnay e agli altri bianchi alloctoni che in Sicilia hanno trovato una casa accogliente.

 

L’isola regala a ogni singolo acino fattezze inequivocabili. Vi consigliamo alcune varietà da provare assolutamente, soprattutto nella stagione calda, che vi porteranno con la mente nel cuore del Mediterraneo, su una costa luminosa o alle pendici dell’Etna. Pronti ad iniziare la rassegna?

 

I bianchi di Sicilia: alla scoperta dei vitigni più apprezzati

Cominciamo dal Grillo, il re dei vitigni siciliani a bacca bianca. Il Grillo domina da secoli tutta la produzione della Sicilia Occidentale, soprattutto nella provincia di Trapani. Si tratta di un vitigno robusto, profumato e intenso, che racchiude nella sua essenza sentori di ginestra, di fiori isolani e tutta la forza della Sicilia.

La personalità mediterranea domina in un calice di Grillo, e così è in Kados, il Grillo in purezza della Tenuta di Risignolo firmato Duca di Salaparuta. Bianco di straordinaria struttura e pienezza, dai sentori floreali e agrumati, questo vitigno allevato nella zona di Salemi ti conquista col suo calice intenso e sapido, mentre la sua freschezza si mischia a ricordi di mare.

 

Altra varietà antica è lo Zibibbo, anche conosciuto come Moscato d’Alessandria, le cui origini in Sicilia risalgono al tempo dei fenici. Particolarmente apprezzato nella sua variante dolce, lo Zibibbo è allevato ovunque nell’isola, ma soprattutto a Pantelleria.

Nel suolo numero 5 della Tenuta di Risignolo, argilloso-calcareo e ben esposto a sud, dove il sole più caldo matura prima le uve, abbiamo ottenuto uno Zibibbo che interpreta in modo nuovo i sapori tipici di questo vitigno aromatico. Il profumo nel bicchiere è intenso ma fine, con decise note di zagara e mughetto, da cui emergono netti gli agrumi di Sicilia. Questo calice inebriante vi farà innamorare perdutamente di Suolo Zibibbo, che diventerà probabilmente uno dei vostri bianchi preferiti.

 

Ma adesso entriamo nel cuore della Sicilia: l’Etna. La terra lavica di uno dei territori simbolo dell’Isola è in grado di nutrire grandi vitigni tra cui bianchi che intrigano, come il Carricante, vitigno a bacca bianca indigeno. Il terreno piroclastico ricco di sali minerali lo forgia donandogli delle caratteristiche organolettiche uniche, che mergono in pienezza in Lavico Etna Bianco.

Sapido e persistente al palato, il Carricante della Tenuta di Vajasindi, sul versante nord dell’Etna, inonda il naso di profumi intensi di pesca e frutta esotica, accesi da sensazioni iodate, e ha la freschezza tipica del vitigno ma una mineralità prorompente che impedisce a chiunque lo degusti di dimenticarlo.

Se cercate un calice che racchiuda tutta la potenza del Vulcano, quel calice è di Lavico Etna Bianco.

 

Ma adesso passiamo a un vitigno che ha una presenza di rilievo nel contesto enografico italiano, con una focalizzazione in Toscana, dove ha mantenuto il nome antico Ansonica, e in Sicilia, presente fin dall’epoca Normanna. Parliamo dell’Insolia, che viene allevato in special modo nei territori delle coste della Sicilia Occidentale, tra questi le province di Palermo, Trapani e Agrigento.

I vini da Insolia sono aromatici e fruttati, e la loro tendenza a perdere decisamente l’acidità col progredire della maturazione è il fattore che ne fa apprezzare la versatilità. Duca di Salaparuta ne ha fatto un’icona con Bianca di Valguarnera, il bianco barricato che regala nel calice un’organolettica armoniosa e piena. Un bouquet ampio di note di pesca e albicocca, fiori gialli e vaniglia anticipa un palato elegante, con un finale persistente. Il suo colore giallo paglierino brillante ricorda nel calice il colore della terra dorata in cui viene allevato, nella Tenuta di Risignolo a Salemi, e racchiudere in sé tutto il calore del sole di Sicilia.

Per un calice prezioso, il vostro vino bianco siciliano è Bianca di Valguarnera.

 

Non c’è poi estate che non abbia uno Chardonnay a segnarne i momenti più spensierati, varietà che per eleganza e ricchezza di sapori, è una tra le più apprezzate e diffuse nel mondo. In Sicilia trova le condizioni pedoclimatiche ideali per dare sfogo alle sue migliori caratteristiche.

 

E come lo Chardonnay, anche altri vitigni non autoctoni hanno trovato nell’Isola un territorio che li ha accolti e nutriti per esprimersi in modi nuovi e sbalorditivi. Tra questi il Vermentino, che nella sua espressione siciliana è Sentiero del Vento, il vino che risponde all’esigenza di Duca di Salaparuta di percorrere strade poco battute. Nel terreno calcareo dalla struttura particolarmente drenante della Tenuta di Suor Marchesa a Riesi, nell’entroterra nisseno, questo vino ha acquisito un’originale e spiccata vivacità che non può mancare in un’avvincente sera d’estate.

 

E voi, quale vitigno siciliano a bacca bianca amate di più? Se volete provare le nostre personali interpretazioni dei vitigni bianchi più amati, le trovate tutte su Duca.Store

Florio e il Marsala sono un’anima unica eppure adesso, all’interno delle Cantine che hanno fatto la storia del Marsala nel mondo, è stato imbottigliato anche il primo Vino Florio.
Forma primigenia delle uve Grillo provenienti dalle coste di Trapani, presentato al Vinitaly 2023, questo bianco è destinato a sorprendere. Continuate a leggere e scoprirete il perché.

 

L’Origine in bottiglia

Florio ha creato un vino bianco.
La scelta di imbottigliare questo vino da parte della Cantina simbolo del Marsala non nasce per caso e neppure per il semplice desiderio di regalare agli appassionati un nuovo esercizio di enologia, capace di offrire una versione personale e tipica del Grillo. Si tratta bensì di un atto che si inserisce con coerenza nel grande progetto culturale che è la creazione del Marsala e la sua evangelizzazione. Un pezzo del puzzle dunque, che Florio ha deciso di condividere.

Perché in effetti il Vino Florio esiste da sempre, è vecchio tanto quanto le Cantine Florio, perché è l’inizio, l’incipit da cui i nostri Marsala hanno origine. Solo che fino a pochi mesi fa rimaneva celato, custodito dalle Cantine e conosciuto da pochi.
Ma esattamente come il Vino Florio esaudisce il grande disegno enologico che è il Marsala?

 

Iniziamo dal principio

Nei vigneti a ridosso delle coste di Marsala, è un’arte agro-marina che plasma gli acini e alleva frutti carichi di sentori di mare. La stessa arte fa tesoro del sole ardente di Sicilia per innalzare il tenore zuccherino delle uve e farle crescere succulente, portando il frutto a una maturazione completa in tutte le sue parti costituenti, dal raspo al vinacciolo, alla buccia. Il risultato di questo allevamento totalmente incentrato sulla naturalità è un’uva dal ricco corredo polifenolico.

 

È il coraggio di osare già in vigna, con la vendemmia tardiva, che segna il percorso organolettico di un futuro Grillo dal carattere “evolutivo”, il Grillo dei Marsala Florio. Le uve vengono infatti vendemmiate solo quando hanno raggiunto il perfetto grado di sovra-maturazione per giungere poi in Cantina.
Qui, nell’intimità del Baglio, ha inizio un esercizio enologico di artigianato estremo che racconta di energiche forze di estrazione mediante l’uso del torchio tradizionale con l’unico obiettivo di rubare all’acino di Grillo la sua anima e trasferirla in mosti carichi di colore, che sanno di estrema sapidità marina.

 

L’atto creativo procede con la fermentazione in cemento, ritmata da irregolari ossigenazioni cadenzate dell’Enologo che, mettendo in pratica a ogni passo un’enologia dell’ascolto, riconosce e attende i tempi dei singoli processi per creare un vino ricco, dall’alta gradazione alcolica e dall’intenso profumo di salsedine e di campi fioriti: il Vino Florio.

 

Il primo atto evolutivo: il Vino Florio

Questo bianco non è altro che la prima evoluzione del Grillo proveniente dalle coste marsalesi, pronto per incontrare l’alcool, per innamorarsi e iniziare un lungo percorso di affinamento, fatto di geografie e pellegrinaggi all’interno delle Cantine – dettati da precise scelte creative di enologia – e destinato a creare i nostri Marsala.

Il Vino Florio è pertanto la prima espressione liquida delle Cantine Florio che diventerà Marsala. Florio ha deciso di imbottigliarlo prima dell’innamoramento per far conoscere anche a chi non vive giorno dopo giorno le Cantine un prodotto straordinario che per lungo tempo è stato degustato nella sua impareggiabile organolettica solo da chi cammina quotidianamente tra le navate. Ecco perché il Vino Florio è il tassello fondamentale che mancava per raccontare il Marsala in modo esaustivo.

Imbottigliato in quantità limitatissime, le Cantine Florio vi permettono di scoprire qualcosa di esclusivo.

 

Degustazione del Vino Florio

Un bianco non filtrato dal giallo acceso e vibrante, in continua evoluzione organolettica in funzione del tempo e dello spazio, ma che può assumere sfaccettature diverse anche a seconda del vostro stato d’animo. Proprio come ogni Marsala Florio, il suo carattere evolutivo lo trasforma in un calice che inebria e racconta la sua storia, ma da prospettive diverse a seconda di chi lo assapora.
Verticale e coinvolgente, sa di mare, di zagara e gelsomino e porta la Sicilia nell’anima. Al palato è pieno ed estremamente sapido.
Un bianco inusuale, un Grillo che fino a poco tempo fa era una creazione intima, oggi è pronto ad ammaliare chiunque lo assapori.

 

Non vedete l’ora di degustare questo bianco che sa di mare e di campi fioriti? Lo trovate su Duca.Store

Una Sicilia rurale fa da sfondo a Vajasindi, la nostra Tenuta sull’Etna. Un luogo fuori dal tempo, dove si ha l’impressione di rimanere sospesi tra cielo e terra alle pendici del Vulcano.

Qui una Natura selvaggia definisce l’identità del paesaggio e plasma vini eccezionali. Scopriamo da quali elementi dipende la produttività della nostra Tenuta.

 

I Territori di Sicilia nella nostra produzione

Da sempre parliamo della Sicilia e della tipicità dei suoi territori attraverso i nostri vini.

Per riuscire a trasferire in bottiglia l’essenza di un luogo, curiamo nei dettagli ogni nostro progetto, che è frutto di accurate valutazioni. La nostra ricerca ha inizio dalla terra ed è la Natura, vera protagonista del nostro fare agronomia, che ci guida.

 

Vagliamo infatti i terreni naturalmente adatti alla produzione di un vitigno o, ancora meglio, le vigne predisposte alla coltivazione di un particolare tipo di uva, applicando così la zonazione, per prevenire interventi forzati sulle piante e perseguire un concetto sostenibile di agricoltura.

In territori particolarmente vocati nascono infatti le Tenute Duca di Salaparuta: tre Tenute in tre zone diverse della Sicilia. Sull’Etna troviamo la Tenuta di Vajasindi.

 

Vajasindi: la Tenuta selvaggia

Nel comune di Castiglione di Sicilia, nella frazione di Passopisciaro, la Tenuta di Vajasindi ci accoglie con il suo manto nero di lava. Siamo sul versante nord del Vulcano, dove incontriamo un terroir unico, introvabile altrove.

 

Diciamo “unico” non a caso. Non c’è in effetti altra parola che possa definire meglio questo terroir a vocazione fortemente enologica per il quale è valsa la pena affrontare tutti gli ostacoli dell’allevamento in montagna. Bruna e brulla, a causa della durezza delle rocce e della pendenza del terreno impervio, Vajasindi rappresenta una sfida. I 19 ettari complessivi della Tenuta sono destinati a produzioni molto diverse: vitigni internazionali e vitigni indigeni. Sei ettari sono infatti destinati al Pinot Nero da cui nascono Nawàri ma anche Duca Nero Brut, il Pinot Nero spumantizzato in autoclave. Il progetto sull’Etna si concretizza però anche nell’allevamento dei due vitigni autoctoni in purezza, il Carricante, che si estende per 5 ettari, e il Nerello Mascalese per altri 5 ettari della Tenuta.

 

Se siete appassionati di vino, saprete che i vini dell’Etna sono immediatamente riconoscibili per sfaccettature organolettiche che possono acquisire solo affondando le loro radici in questo Vulcano, per la ricchezza del suo suolo. Scopriamo con esattezza di cosa è fatto.

 

La geologia dei vini dell’Etna

Un terreno piroclastico senza eguali determina l’impianto varietale e l’anima di un vino Etna Doc.

Generalmente i suoli vulcanici sono caratterizzati da un elevato contenuto di ferro, fosforo, magnesio e potassio: minerali che hanno un effetto significativo sulla crescita della vite e sulla qualità dell’uva, e che conferiscono al vino un sapore minerale distintivo.

Nella Tenuta Vajasindi in particolare, i microelementi sono presenti in grandi quantità per l’elevata azione dell’Etna che, tra i vulcani più attivi ancora oggi, rinnova il suolo vulcanico a ogni eruzione. Non si tratta pertanto solo di un terreno di prodotti eruttivi accumulati, ma di un suolo che cresce in fertilità ogni volta che un’esplosione dissemina cenere e lapilli. E questo accade spesso.

 

La terra di Vajasindi è anche porosa, per la presenza di una grande quantità di scheletro di pomice di piccole dimensioni. Tale porosità consente alle radici delle viti di penetrare maggiormente in profondità per raggiungere le riserve d’acqua sotterranee e mantenere l’equilibrio idrico. La particolare geologia del terreno è inoltre valorizzata da un microclima etneo umido e con forti escursioni termiche, che giova alla maturazione delle uve.

 

Come potevamo ignorare questo paradiso enologico? Nel 2003 siamo così saliti sull’Etna, già terra di grande tradizione enoica, altro fattore che ha un peso decisivo per la riuscita di un vino. L’elemento antropico, ovvero il lavoro dell’uomo, si insinua sull’operato della natura e ha il potere di valorizzare ulteriormente una materia prima pregiata e un territorio. A Vajasindi mettiamo in pratica forme di allevamento e tecniche agronomiche ad hoc per ogni vitigno e orientate alla naturalità, col fine di potenziare il ruolo attivo della Natura nella creazione di un vino.

Ora che vi abbiamo parlato della nostra Tenuta, vi presentiamo nel dettaglio i progetti nati sull’Etna.

 

Tenuta di grandi vini

I vini di Vajasindi sono sintesi della forza e dell’eleganza del Vulcano.

Per la sua posizione e per le sue caratteristiche pedologiche, la Tenuta è stata scelta per le più avanguardistiche sperimentazioni. Duca di Salaparuta alleva qui il Pinot Nero, un vitigno tradizionalmente coltivato in climi più gentili, caratterizzati da forti escursioni termiche, che sull’Etna si replicano. Ma la differenza più significativa è data dalla composizione particolare del suolo, a prima vista ostile, ma in realtà ricco di componenti che donano qualità uniche al vitigno.

 

L’altitudine a cui si trova la Tenuta ci consente poi di ottenere risultati molto diversi in base al periodo in cui viene effettuata la vendemmia: una vendemmia precoce ci offre la freschezza delle bollicine di Duca Nero Brut, mentre una saggia maturazione polifenolica ci regala Nawàri, un Pinot Nero in purezza dall’ottima impronta varietale. Nawàri è un vino dalla struttura decisa ma dal tannino gentile e vellutato che ogni anno acquisisce nuove sfaccettature che intrigano, assieme a un’esplosiva mineralità.

Ma se l’Etna riesce ad esaltare un vitigno allevato generalmente in zone ben diverse, non sarà difficile immaginare cosa può fare con le varietà indigene.

 

Infatti a Vajasindi, l’azienda ha trovato le condizioni ideali per esprimere una filosofia produttiva orientata a omaggiare le varietà isolane. Ed è così che Duca di Salaparuta ha scelto due vitigni etnei, il Nerello Mascalese, una varietà coltivata in questi luoghi da tempo immemore, e il Carricante, per creare Lavico Etna Rosso e Lavico Etna Bianco. Questi vini monovarietali, nati dall’esigenza di raccontare il Vulcano, sono figli di una natura che offre loro caratteristiche e sfumature organolettiche verticali e magnetiche, pur rimanendo freschi ed eleganti.

Il Nerello Mascalese è uno dei vitigni più antichi di Sicilia. Dai filari della Tenuta vulcanica proviene un vino equilibrato e dal tannino maturo, con sfumature di vaniglia e spezie, unite a sensazioni balsamiche e, neanche a dirlo, minerali.

Dalla stessa terra nera proviene anche il Carricante che dà vita a un bianco che innamora. Lavico Etna Bianco è un vino d’inaspettata longevità e freschezza che riesce a incantare già al naso per i suoi intensi profumi tropicali e agrumati.

 

Avete già provato i vini della Tenuta di Vajasindi? Ognuno di essi interpreta a suo modo uno dei più straordinari territori di Sicilia: l’Etna. Li trovate su Duca.Store.

Nella notte di San Lorenzo le storiche Cantine Florio di Marsala si illuminano con la luce delle stelle grazie all’appuntamento promosso da MOVIMENTO DEL TURISMO DEL VINO: Calici di stelle 2023!

 

Il 10 agosto vi aspettiamo per esaudire un desiderio: un incontro esclusivo con Stefania Auci, autrice della saga letteraria dedicata alla famiglia Florio, “I leoni di Sicilia” e “L’inverno dei leoni” – Casa Editrice Nord, che leggerà alcune pagine tratte dai suoi romanzi all’interno delle suggestive sale delle Cantine Florio. Un momento di magia, tra passato e presente, per scoprire la foresta di legni delle bottaie Florio accompagnati da una storia affascinante.
E per concludere questa serata così speciale, lo Chef Emanuele Russo del Ristorante Le Lumie firma una cena eccezionale, in abbinamento ai nostri Marsala Florio, da godere contando le stelle dalla suggestiva Terrazza Florio.

 

IL PROGRAMMA DELLE CANTINE FLORIO

H 19.30 | Aperitivo sulla Terrazza panoramica Florio
H 20.30 | Lettura di Stefania Auci all’interno delle Cantine Florio
H 21.00 | Tour guidato delle Cantine
H 21.30 | Cena in Terrazza Florio a cura del Ristorante Le Lumie. Quattro portate di pesce in abbinamento al nuovo Vino Florio e a N.3 Marsala Florio
H 00.00 | Fine evento

 

Ticket ingresso solo su prenotazione:
€ 100,00 a persona
€ 50,00 ridotto minori dai 6 ai 12 anni

 

 

 

 

 

Per informazioni e prenotazioni:

 UFFICIO HOSPITALITY | FLORIO

visitaflorio@duca.it – Tel. 0923 781305/306/317/111

 

Nella notte di San Lorenzo le Cantine Duca di Salaparuta di Casteldaccia, a pochi Km da Palermo, aprono le porte ad una serata speciale in occasione dell’appuntamento promosso da MOVIMENTO DEL TURISMO DEL VINO: Calici di stelle 2023!  Il 10 agosto vi aspettiamo per cercare stelle cadenti dai giardini delle Cantine, brindando con gli amici e assaporando tutti i colori dell’accoglienza Made in Sicily.

 

IL PROGRAMMA DELLE CANTINE DUCA DI SALAPARUTA

H 19.00-20.30 | Brindisi di benvenuto e tour guidato delle Cantine

H 20.30 | Apertura degli Angoli del Gusto

H 21.30 | Intrattenimento musicale con i Musique du Role

H 00.00 | Fine evento

 

DRESS CODE: un tocco di azzurro Duca Enrico! E se ti chiami Enrico riceverai uno splendido omaggio.

 

Ticket ingresso, solo su prenotazione fino ad esaurimento posti:

€ 35,00 a persona

€ 15,00 ridotto minori dai 6 ai 17 anni

Il costo del Ticket comprende: visita guidata delle Cantine Storiche, N. 6 specialità gastronomiche, una selezione dei vini delle Tenute Duca di Salaparuta e molte altre sorprese!

 

 

 

 

 

 

Per informazioni e prenotazioni:

UFFICIO HOSPITALITY | DUCA DI SALAPARUTA

visitaduca@duca.it – Tel. 091 945224/278/252/201

 

Le Cantine Duca di Salaparuta di Casteldaccia, affascinanti Cantine affacciate sul mare a pochi KM da Palermo, apriranno le porte ai Wine Lover per Cantine Aperte, l’evento organizzato dal Movimento Turismo del Vino con l’obiettivo di promuovere la cultura dell’enoturismo in Italia. Domenica 28 maggio vi aspettiamo per raccontarvi i nostri vini e trascorre insieme una giornata dedicata al piacere. Scoprite sotto il nostro programma con tante novità!

 

 

IL PROGRAMMA

Ore 11.00 Presentazione del libro LE SICILIE DEL VINO di Rosario Lentini in sala Meeting

Ore 11.30 Visita guidata

Ore 12.00 Apertura dei BANCHI DEGUSTAZIONE e MUSICA DAL VIVO

Ore 12.00 Masterclass “ICONE” con enologo in sala di degustazione tecnica

Ore 12.30 Visita guidata Tenute con degustazione in Barricaia

Ore 13.00 Visita guidata

Ore 15.00 Visita guidata Tenute con degustazione in Barricaia

Ore 15.30 Visita guidata

Ore 16.00 Masterclass “ETNA” con enologo in sala di degustazione tecnica

Ore 16.30 Visita guidata

Ore 17.00 Visita guidata Tenute con degustazione in Barricaia

Ore 17.30 Visita guidata

Ore 18.00 Visita guidata

Ore 19.30 Fine evento

 

 

TICKET DI INGRESSO

TOUR & WINE – € 15,00 a persona | Visita guidata + calice e sacca + degustazione N. 3 vini a scelta tra: KADOS, SENTIERO, LAVICO BIANCO, PASSO, LAVICO ROSSO e ALA

 

FOOD&WINE – € 30,00 a persona | Visita guidata + calice e sacca + abbinamento gastronomico + degustazione di N. 3 vini a scelta fra i seguenti vini: KADOS, SENTIERO DEL VENTO, LAVICO BIANCO, PASSO DELLE MULE, LAVICO ROSSO e ALA

 

TENUTE – € 20,00 a persona | Visita guidata, degustazione in Barricaia di KADOS, SENTIERO DEL VENTO, PASSO DELLE MULE, LAVICO BIANCO, LAVICO ROSSO

 

MASTERCLASS ICONE – € 35,00 a persona | Visita guidata in Cantina condotta dall’Enologo + degustazione di BIANCA DI VALGUARNERA 2020, DUCA ENRICO 2004, DUCA ENRICO 2019, NAWÀRI 2018 E NAWÀRI 2019

 

MASTERCLASS ETNA – € 25,00 a persona | Visita guidata in Cantina condotta dall’Enologo + degustazione di DUCA NERO, LAVICO BIANCO, LAVICO ROSSO, NAWÀRI

 

TOUR & WINE: € 15,00

TOUR FOOD & WINE: € 30,00/€ 20,00*

TOUR TENUTE: € 20,00

MASTERCLASS ICONE € 35.00

MASTERCLASS ETNA: € 25.00

TICKET FOOD EXTRA/MINORI: € 20,00

INGRESSO BAMBINI: GRATUITO

*€ 20,00 PER FOOD&WINE SE PARTECIPANO ANCHE AL TOUR TENUTE O MASTERCLASS

 

 

Per informazioni e prenotazioni:

UFFICIO HOSPITALITY | DUCA DI SALAPARUTA

visitaduca@duca.it

tel. 091945224/252/201

PRENOTA QUI

Domenica 28 maggio 2023 vi aspettiamo per Cantine Aperte, l’evento organizzato dal Movimento Turismo del Vino per promuovere la cultura dell’enoturismo in Italia! Le storiche Cantine di Marsala apriranno ancora una volta le porte agli appassionati e non solo per raccontare la loro geografia e l’incredibile storia del Marsala Florio. Scoprite qui sotto il ricchissimo programma dei tour in Cantina, masterclass, degustazioni Food&Wine e presentazioni di libri, e non mancate!

 

IL PROGRAMMA

Ore 11.00 Presentazione libro “Caro Pier Paolo” di Dacia Maraini in sala Meeting

Ore 11.00 Tour di Cantine Aperte

Ore 11.30 Tour di Cantine Aperte

Ore 12.00 Food&Wine Special

Ore 12.30 Food&Wine Special

Ore 13.00 Master lunch

Ore 15.00 Tour di Cantine Aperte

Ore 15.30 Tour di Cantine Aperte

Ore 16.00 Tour di Cantine Aperte

Ore 16.00 Presentazione del libro “L’avventura del Florio…per ragazzi” in sala Meeting

Ore 16.30 Tour di Cantine Aperte

Ore 17.00 Masterclass: Dal vino Florio al Marsala, le declinazioni della geografia degli affinamenti

Ore 17.30 Tour Florio Sunset

Ore 18.00 Tour Florio Sunset

Ore 18.30 Tour Florio Sunset

Ore 20.30: Chiusura (ultimo ingresso ore 19:30)

 

TICKET D’INGRESSO

TOUR DI CANTINE APERTE – € 15,00 a persona | Visita guidata e degustazione di N. 3 Marsala della linea Classic con tre piccoli abbinamenti gastronomici

 

FOOD&WINE SPECIAL – € 30,00 a persona | Visita guidata e degustazione seduta di Vino Florio + N.3 Marsala della linea Classic in abbinamento a pecorino, paninetto cunzato, arancina ai formaggi e cannolicchio

 

MASTERLUNCH – € 40,00 a persona | Visita guidata e degustazione seduta di Vino Florio + N.3 Marsala della linea Classic in abbinamento a bruschetta bottarga, paninetto cunzato, tocchetti di formaggio, pizza rianata, finger di cous cous, sarde a beccafico, dolcetto al cioccolato

 

MASTERCLASS FLORIO: € 35,00 a persona | Visita guidata in Cantina condotta dall’Enologo e degustazione seduta di Vino Florio, N.2 Marsala della linea Classic e N.2 marsala della linea Premium con piccoli abbinamenti

 

FLORIO SUNSET – € 15,00 a persona | Visita guidata e degustazione di 1 cocktail Florio sulla suggestiva Terrazza Florio, affacciata sul mare

 

SOLO COCKTAIL – € 10,00 a persona | Degustazione di 1 cocktail Florio sulla Terrazza Florio. Ingresso libero dalle 18:00 sino alle 19:30

 

 

Per informazioni e prenotazioni:

UFFICIO HOSPITALITY | FLORIO
Tel: (+39) 0923 781305/317/306 oppure 0923 781111| visitaflorio@duca.it

PRENOTA QUI

 

 

Corvo, da sempre attento alla naturalità del frutto e al rispetto del territorio, dopo aver ottenuto entrambe le certificazioni di sostenibilità Viva ed Equalitas, con la Linea Irmàna nel 2023 diventa anche Bio. Tre monovitigni autoctoni, Irmàna Nero d’Avola, Grillo e Frappato, che grazie all’esperienza maturata in quasi due secoli di storia e all’intimo legame con la terra consentono a Corvo di raccontare l’unicità della Sicilia partendo proprio dalla vigna.

Un impegno verso la sostenibilità ambientale, sociale ed economica che nella Linea Irmàna si concretizza non solo nella scelta di utilizzare esclusivamente uve da agricoltura biologica ma anche nell’attento rispetto di tutti i protocolli imposti dagli Enti certificatori, lungo l’intera filiera produttiva, e nell’impiego di maestranze locali.

Operare in vigna in modo consapevole, passare tra i filari e soppesare ogni grappolo per scegliere i migliori, un accurato lavoro di ascolto da parte dell’uomo che parte dalla campagna e arriva fin dentro la cantina e non solo: questo metodo resta ancora oggi il più affidabile ed è ciò che garantisce ai vini della Linea Irmàna di portare nel bicchiere l’essenza del vitigno, in modo semplice e diretto.

Principi semplici, che Corvo declina nella Linea Irmàna attraverso un lavoro continuo, per raccontare una Sicilia vera, ricca di profumi e suggestioni mediterranee.

 

IL DESIGN | La gamma Irmàna comunica l’importanza della sostenibilità anche nel design, attraverso l’utilizzo di materiali di recupero per l’etichetta, caratterizzata da delicati disegni a matita. I tappi, inoltre, sono riciclabili al 100% (con carbon footprint pari a zero).

 

IRMÀNA FRAPPATO SICILIA DOC

La profonda conoscenza della Sicilia e dei vitigni autoctoni ha portato alla nascita di Irmàna Frappato Bio che, allevato in terreni vocati, offre un’espressione autentica e integra di un vitigno che ha origini antiche in Sicilia. Il palato vellutato, con tannini gentili, di Irmàna Frappato Bio regala una grande morbidezza e persistenza aromatica mentre il naso si riempie di sentori delicati di rosa e viola. Perfetto con piatti di pesce grasso, carni e formaggi mediamente stagionati.

 

IRMÀNA NERO D’AVOLA SICILIA DOC

La forte attenzione alla sostenibilità ambientale ed agronomica, unite ad una conoscenza profonda del vitigno che meglio rappresenta la terra di Sicilia, portano nel calice i profumi intensi di marasca e lampone tipici di queste uve calde di sole. Il gusto ampio, vellutato e ricco di struttura, di Irmàna Nero d’Avola Bio si completa con una nota fresca sorprendente che lo rendono accompagnamento ideale di primi piatti saporiti, carni e formaggi mediamente stagionati.

 

IRMÀNA GRILLO SICILIA DOC

Da selezionate uve Grillo nasce questo Irmàna, un bianco dal profumo che sa di primavera mediterranea. Il Grillo, vitigno a bacca bianca dalla personalità vivace e ricca di sfumature, qui mantiene intatte tutte le sue caratteristiche varietali, che vengono esaltate grazie alla pressatura soffice delle uve. Irmàna Grillo Bio si mostra nel calice con un giallo paglierino brillante, che al naso si traduce in succulente note fruttate e di fiori come la zagara. Al palato è ampio, di buona freschezza e persistenza. Un eccellente accompagnamento per piatti a base di pesce e carni bianche.

 

Le giornate non sono ancora lunghe quanto vorremmo ma, anche se la primavera non è proprio dietro l’angolo, la voglia di vedere gli amici non manca.

Per una pausa dagli impegni quotidiani non c’è niente di meglio di un happy hour, ma non uno qualsiasi, uno di quelli capaci di portarvi una ventata di leggerezza. Per raggiungere questo obiettivo ci vuole un aperitivo siciliano, dai sapori mediterranei.

Ecco tre idee di aperitivi che profumano di Sicilia, per scaldare il cuore in questo lungo inverno.

 

1. Sfincione e Irmàna Nero d’Avola

Per farvi staccare la spina ci vuole lui, lo Sfincione.

Si tratta di un lievitato a pasta soffice, condito con una salsa a base di cipolle appassite, acciughe e pomodori, rivestito di Caciocavallo, pangrattato e origano… un vero trionfo di profumi e di gusto! La sua caratteristica principale è l’impasto alto e morbido, dove affondare i denti è una vera goduria. Un patrimonio gastronomico da custodire, che a Palermo si trova ancora in vendita dietro i banchi delle famose lambrette dello “sfincionaro”.

 

Un solo morso e vi sembrerà di rivivere le stradine assolate del centro storico, di fronte al teatro Massimo, dove il tempo non esiste e l’unica cosa che conta è godersi beati un momento senza pensieri.

 

E se lo Sfincione è il re dello street food palermitano, per l’abbinamento la scelta quasi obbligata sarà un Nero d’Avola, il principe dei vitigni siciliani, ed esattamente quello di Irmàna Nero d’Avola, un vino che si sposa in modo eccellente con questa preparazione esaltandone il gusto.

Prodotto da un grande lavoro di cura quotidiana in vigna, orientato a garantire un allevamento interamente sostenibile, questo rosso porta nel calice i profumi sontuosi di marasca e lampone tipici di queste uve calde di sole. Il gusto ampio, vellutato e ricco di struttura, si completa con una nota fresca sorprendente.

 

Siamo sicuri che vi è venuta già voglia di incontrare gli amici e proporre un aperitivo a base di Sfincione e Irmàna Nero d’Avola!

 

2. Sarde a beccafico e Irmàna Frappato

Per molti l’aperitivo è l’ora più bella per concludere la giornata prima di tornare a casa. Se volete vivere momenti felici, come quelli di una domenica all’aria aperta carica di sole, salsedine ed emozioni, la combinazione perfetta è sarde a beccafico e Irmàna Frappato.

 

Basta svoltare l’angolo di una qualunque città siciliana per ritrovarsi di fronte a questo gustosissimo piatto colorato, profumato e saporito. Il nome di questa ricetta deriva dai beccafico, degli uccellini che anticamente venivano consumati dai nobili in una ricetta dall’estetica particolare. Per imitarne il fagottino che veniva presentato in tavola, il popolo preparò qualcosa di simile con gli ingredienti poveri di cui disponeva, inventando un piatto di mare raffinatissimo, in grado di conquistare i palati di tutti al primo assaggio, anzi già all’olfatto, quando i suoi intensi profumi invadono il naso di sensazioni agrumate che sussurrano “Sicilia”.

Sono involtini di sarde cotti in forno, farciti con un ripieno gradevolmente dolce realizzato con pangrattato tostato, prezzemolo, pinoli e uvetta, il tutto ricoperto da una emulsione al profumo d’arancia.

 

Un cibo inebriante come pochi, perfetto per lasciarsi addosso la tipica sensazione che rimane dopo un tuffo nel Mediterraneo più profondo. Come abbinare un piatto dai sapori così decisi? Con Irmàna Frappato.

La profonda conoscenza della Sicilia e dei vitigni autoctoni ha portato alla nascita di questo rosso che, allevato in terreni vocati, offre la migliore espressione dell’Isola, interpretando il proprio territorio con autenticità. Rosso vellutato, regala una grande morbidezza e persistenza aromatica alla beva, mentre il naso si riempie di sentori delicati di rosa e viola.

 

Un aperitivo così e vi verrà subito voglia di scoprire tutti i segreti dei sapori siciliani.

 

3. Sformato di bucatini con broccoli alla trapanese e Irmàna Grillo

Per questa terza idea di aperitivo ci spostiamo nella Sicilia occidentale per un momento food a base di monoporzioni di pasta con i broccoli alla trapanese, un piatto saporito che predispone l’animo per una serata piacevole.

Una piccola curiosità per voi: in Sicilia il broccolo è quella verdura che, nel resto d’Italia, è conosciuta come cavolfiore.

 

A un sugo di soffritto di cipolla, carne tritata e passata di pomodoro, dove far affogare la pasta sbollentata – che a Trapani è il bucatino – vanno uniti cime di broccoli fritti in una pastella leggera, Tuma siciliano a pezzetti e mandorle tostate. Bastano solo 20 minuti in forno per un primo che è una kermesse di gusto.

Anche in questo caso c’è un vino Irmàna perfetto da abbinare. Il Grillo DOC Irmàna, bianco aromatico e fresco, coniuga in un sorso delicato ma intenso tutte le peculiarità del terroir e ricorda per il colore il sole lucente di Sicilia. Questo Grillo vi parlerà di sentori di macchia mediterranea che accompagnano un palato ampio, fresco e persistente, per un aperitivo o una pausa pranzo in perfetto stile isolano.

 

I vini Irmàna non possono non essere i protagonisti di un aperitivo che parli di Sicilia. Provengono da un lavoro di cura delle vigne attraverso pratiche agronomiche che preservano la naturalità dell’allevamento. La stessa sostenibilità la ritroviamo in produzione, con l’uso di energie rinnovabili e di materiali riciclati per la bottiglia e l’etichetta, e di tappi costituiti da biomasse 100% riciclabili. Perfino il design delle bottiglie, con i delicati disegni a matita in etichetta, ci riporta in un mondo fatto di sole, vento e terra, quello che ogni giorno ospita gli uomini Corvo e che è pronto a ispirarvi per un incantevole momento in compagnia.

 

I vini irmàna vi aspettano su Duca.Store.

Con le giornate che si fanno fredde e corte il desiderio di calore e di godere dei piaceri che la stagione invernale può riservare aumenta. Che lo viviate in modo pigro, stando a casa sul divano, o che approfittiate dell’inverno per scoprire nuovi interessi, abbiamo dei consigli per voi su come trascorrere un inverno fantastico, grazie anche al vino giusto da mettere nel calice.

 

Ecco come vivere un caldo inverno con i vini Duca di Salaparuta.

 

Un libro in compagnia di Duca Enrico

Se fuori è già buio, fa freddo e piove da ore, è proprio il caso di organizzarsi per trascorrere un rilassante pomeriggio in casa. A volte la compagnia migliore che si possa trovare è quella di un buon libro.

Per una lettura carica di suspence, un giallo come Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie, il più famoso omicidio consumato su un treno bloccato in mezzo alla neve, giusto per rimanere in tema, vi divertirà sicuramente. Potreste anche perdervi tra le strade di Macondo, assaporando lentamente quell’atmosfera calda e surreale, magica, di Cent’anni di solitudine, e la meravigliosa prosa di Gabriel García Márquez.

Oppure, c’è un volume che rimandate da sempre? Guerra e Pace sarà probabilmente uno di quelli, opera straordinaria ma un tantino impegnativa. Un giorno rilassato in pieno inverno è il momento ideale per recuperare, anche perché esiste un calice perfetto per predisporre l’animo anche alla più impegnativa delle letture: Duca Enrico.

 

Duca Enrico è figlio di una scommessa enologica, un progetto audace per Duca di Salaparuta che ha deciso di investire in questo vitigno autoctono quando era ancora sottovalutato, vinificando il primo Nero d’Avola in purezza nel 1984.

Ne è nato un vino iconico che, come i grandi classici della letteratura, è capace di sorprendere sempre per la sua incredibile modernità. Giunto infatti alla sua trentaquattresima vendemmia Duca Enrico conferma la sua attualità, pur restando fedele al suo stile inconfondibile. Dall’anima intensa e strutturata che da sempre identifica questa etichetta, l’annata 2018 si apre al naso con note di amarena e lampone, seguite da cenni di vaniglia e spezie. Il palato è armonioso, con tannini vellutati e una grande persistenza aromatica.

Duca Enrico aggiungerà quel tocco di magia ad un pomeriggio assopito e innevato, per regalarvi un piacere intenso tra le pagine del vostro libro.

 

Aperitivo post-ufficio con Calanìca Syrah

Per i più impavidi che non temono il gelo e si fanno beffa della stanchezza nonostante tre o più riunioni, un pranzo velocissimo e svariate task ancora da ultimare, un aperitivo post-ufficio è la migliore soluzione antistress, anche in inverno.

Per un aperitivo post-ufficio divertente vi consigliamo Calanìca Syrah. Questo rosso vi sorprenderà per la ricchezza dei profumi: prugna, ciliegia, frutti di bosco, delicate spezie ed erbe aromatiche della macchia mediterranea. Al sorso mostra freschezza e una piacevole nota sapida. Un bel tagliere di formaggi stagionati, anche speziati – perché il Syrah non teme i sapori forti – vi darà grandi soddisfazioni e non vi farà affatto pentire di non esservi messi in pantofole davanti alla tv.

 

Cena comfort food con zuppa e Passo delle Mule

Diciamoci la verità: la zuppa, dopo il Natale, è il motivo per cui si ama l’inverno. Ritrovarsi attorno a un tavolo con un piatto fumante ti mette in pace con il mondo.

Ci si può sbizzarrire con gli ingredienti e provare i mix di cereali e verdure più innovativi, ma il risultato è garantito: un piatto che ci avvolge di tepore e ci ristora nelle giornate più fredde e umide. Che ne dite del classico dei classici, le lenticchie? Quelle piacciono proprio a tutti, anche se non tutti sanno come abbinarle.

 

Le lenticchie si prestano in effetti a diversi abbinamenti. I piatti freddi a base di questi legumi si consumano ad esempio con vini bianchi giovani, mentre per gli stufati è più indicato un vino rosso vivace. Se si tratta però di zuppa di lenticchie, soprattutto se si unisce la pasta o si insaporisce il piatto con l’aggiunta di salsa di pomodoro o pancetta, è consigliabile abbinare un rosso di buona struttura, come Passo delle Mule.

Nato da uve maturate pienamente al sole sulle sinuose e ventilate colline della Tenuta di Suor Marchesa, dove il clima caldo e asciutto, una buona escursione termica e la perfetta esposizione dei vigneti rendono eccellente la produzione del Nero d’Avola. Il fatto che Passo delle Mule maturi per almeno dieci mesi in legno di quercia e affini lungamente in bottiglia, lo rende poi un vino elegantemente vellutato, che sorprende per la morbidezza del suo abbraccio avvolgente e ne permettere la miglior evoluzione del bouquet.

 

Provatelo! Siamo certi che lenticchie & Passo delle Mule diventerà il vostro momento caldo preferito di questo lungo inverno.

 

Pausa golosa con ALA

Ed eccoci al momento che molti aspettavate, quello dolce, l’antidoto al mood malinconico che spesso rievocano le giornate fredde.

Qual è quell’alimento super godurioso che tanto si fa desiderare nei mesi estivi? Esatto! Il cioccolato. C’è chi lo preferisce fondente e chi lo ama al latte oppure bianco, ma è comunque impossibile resistere a questa dolce tentazione, perfetta in ogni suo attimo, dall’incipit fragrante del morso al retrogusto che lascia in bocca. Eppure esiste un modo per esaltare ancora di più questo gioco di sensazioni straordinarie: avete mai abbinato il cioccolato al vino?

 

Croce e delizia di ogni appassionato, l’abbinamento vino-cioccolato è una sfida alla creatività. Sì, perché esistono tantissime varietà di cioccolato che differiscono per lavorazione e percentuale di cacao, latte, burro di cacao o ingredienti aggiuntivi come nocciole o pistacchi. Infatti, dietro un piacere così semplice e immediato, si cela in realtà un alimento molto complesso. Quale vino abbinare allora?

Ci vuole un vino che per intensità, struttura, profumo e permanenza al palato ricordi proprio il cioccolato. Bastano tre lettere, ALA. Questo Antico Liquorvino Amarascato è un raffinato vino da dessert che per il suo gusto caldo offre sensazioni inaspettate ed è perfetto in abbinamento ai più golosi cioccolati.

ALA e cioccolato di Modica al peperoncino sarà la pausa golosa che arricchirà di stile il vostro inverno.

 

Rilassarsi sulla poltrona in compagnia di un libro, una coccola dolce, assaporare delle sfiziosità insieme ai propri amici o godere di sapori confortevoli nel tepore della propria casa: l’inverno ha una magia tutta sua, da vivere con un buon calice di vino accanto.

I vini del vostro caldo inverno sono tutti su Duca.Store

Il Natale è alle porte! Un momento speciale che deve essere celebrato con tutta la magia che merita.

 

È questo il motivo per cui ci si impegna tanto nei preparativi, si scelgono con cura le ricette da presentare, il vino da mettere in tavola, i segnaposto a tema e i regali da far trovare sotto l’albero, selezionati con amore per le persone speciali. Ogni dettaglio contribuisce a creare l’atmosfera perfetta per vivere in armonia con parenti e amici le festività.

Un consiglio per coccolare i vostri ospiti ed entrare immediatamente nel clima giusto? Realizzare un aperitivo di benvenuto con i Marsala Florio. Con il loro colore oro o ambra e il loro palato morbido, sono l’abbraccio caldo che tutti cercano a Natale.

 

Per darvi qualche spunto, abbiamo selezionato per voi tre alternative, pensate per regalarvi un momento di piacere da gustare accanto ad un prezioso calice. Ecco allora come realizzare un originale aperitivo di Natale con i Marsala Florio.

 

1. Bruschetta pomodorini gialli e bottarga con Marsala Vergine Riserva – VR1609

Per questa prima idea è ovviamente la scelta accurata degli ingredienti a dar vita a un aperitivo dai colori e profumi intensi, di grande effetto. E la bottarga fa sempre il suo dovere!

Prodotto super versatile, quando la si usa per fare dei crostini, bisogna trovare il modo per abbinarla a una componente umida. Un condimento di pomodori gialli e cipolla è l’ideale. Occupatevi prima dalla cipolla rossa, meglio se di Tropea. Tagliatela a fettine sottili e mettetela in una ciotola con acqua fredda e un goccio di aceto. Dopo 10 minuti, sciacquate e fate scolare.

Nel frattempo tagliate il pane a fette spesse di 2 cm circa e tostatele in forno fino a che non diventano dorate, ci vorranno pochi minuti.

 

Passate poi ai pomodorini gialli, da tagliare in due. In una ciotola mescolate i pomodorini con sale, pepe, olio e basilico. Disponete la preparazione su ogni fetta di pane insieme alla cipolla, e infine il tocco di classe: una spolverata di bottarga, per un finger food elegante e raffinato, perfetto come aperitivo assieme al Marsala Vergine Riserva – VR1609.

Si tratta di una delle ultime novità Florio pronta a inebriare il vostro Natale di profumi vibranti, fatti di sentori di ginestra e fiore di cappero, mentre al palato porta tutto il gusto delle uve Grillo nutrite di sole e salsedine sulle coste marsalesi, che si apre croccante e marino, regalando l’emozione di un’architettura perfetta.

Un piacere unico che di certo sbalordirà la vostra compagnia e arricchirà le festività natalizie di momenti da ricordare e, di sicuro, da ripetere.

 

2. Ostriche con Marsala Superiore Secco – SS1516

Ambrato, netto e definito al palato, in cui domina la crosta di pane, con profumi eleganti e leggeri di miele di acacia e vaniglia. Stiamo parlando del Marsala Superiore Secco – SS1516, l’incipit perfetto di un Natale che ricerca la raffinatezza.

Frutto di una visione di affinamento unica al mondo, questo prezioso nettare racconta i poliedrici volti delle Cantine Florio. Quattro anni di pellegrinaggio nelle navate del Baglio, in tini e fusti di diversa dimensione, ne hanno segnato l’evoluzione in maniera determinante, permettendogli di sviluppare una personalità eccezionale che unisce eleganza e profumi sontuosi mai sentiti prima.

 

Come abbinare questa prelibatezza? Con materie prime ricercate: in questa speciale occasione saranno ostriche condite a regola d’arte con un po’ limone. Consumare le ostriche a crudo è sicuramente il modo migliore per apprezzarne il gusto, ma assieme al pairing che vi abbiamo consigliato, che richiama il mare ma equilibratamente sapido, l’esperienza diventerà incredibile.

Altro che ostriche e champagne! Un solo assaggio e la vostra nuova tradizione di Natale per gli anni a venire sarà aperitivo con ostriche e Marsala Superiore Secco – SS1516.

 

3. Millefoglie di pane nero, mousse di avocado e salmone con Marsala Vergine Riserva – VR 0504

La terza proposta si farà apprezzare anche alla vista oltre che al palato: millefoglie di strati di pane di segale che si alternano a una soffice mousse di avocado con salmone marinato.

Preparare questo sfizioso aperitivo richiederà un po’ di tempo in più, ma sarà giusto quel tocco di fantasia ed eleganza che conquisterà i palati di tutti a Natale. Se preferite, potete occuparvi delle preparazioni in anticipo e assemblare tutto qualche minuto prima.

 

Iniziamo dal salmone. Bisogna lasciarlo una ventina di minuti immerso in un mix di sale e zucchero di canna. Questa tecnica di marinatura a secco lo renderà delicatissimo ed equilibratamente sapido. Per un filetto di salmone vi serviranno 50 grammi di sale e 50 di zucchero, orientatevi dunque in base ai vostri ospiti.

Intanto preparate la mousse tagliando a metà l’avocado per recuperare la polpa tramite un cucchiaio. Insaporitela con succo di limone, un goccio d’olio, sale e pepe quanto basta. Amalgamate bene gli elementi, eventualmente aiutatevi con un mixer. Unite la robiola a vostro piacimento e mescolate ancora per rendere tutto omogeneo.

Con un coppapasta di circa 4 cm intagliate le fette sottili di pane di segale per ricavarne dei cerchi. In una padella leggermente unta d’olio, bruscate il pane fino a quando non comparirà quella stuzzicante crosticina dorata.

 

È ora del sac à poche. Raccogliete la mousse in un sacco da pasticciere con punta a stella e cospargete di ciuffi un disco di pane, su cui metterete una fetta di salmone. Continuate alternando strati di pane, mousse, salmone. Tre strati sono sufficienti. Decorate il top con qualche bacca di ribes. Vi consigliamo di presentare i Millefoglie in eleganti vassoi e di inserire tra un finger food e l’altro anche qualche bacca di pungitopo, per dare un tocco sfacciatamente natalizio.

 

Vi starete chiedendo con quale Marsala abbinare questo aperitivo goloso che sarà il protagonista di un Natale creativo e fuori dal comune… Con un Marsala Vergine che si presta ad abbinamenti di pesce. Quello più adatto è il Marsala Vergine Riserva – VR0504. Prodotto da succosissime uve Grillo nutrite dai venti costieri, questo Marsala affina dal 2004 all’interno della cantina Florio, poco distante dal mare, per ereditare dal Mediterraneo una persistente sapidità e un tannino lungo e intenso che esalterà sapientemente il gusto del Millefoglie.

 

Non vedete l’ora che sia già il 25 dicembre, vero? I Marsala Florio, caldi e avvolgenti come le luci delle Feste, accenderanno subito il vostro Natale di allegria e gusto.

Non vi resta che andare su Duca.Store per trovare i Marsala che preferite.

Buon Natale wine lover!

Nel 1984 Duca di Salaparuta decide di investire su un progetto inconsueto per il suo tempo: scommettere sulla varietà autoctona a bacca nera, il Nero d’Avola, più diffusa della Sicilia le cui reali potenzialità, ancora negli anni Ottanta, non venivano pienamente riconosciute, e farne un grande vino, capace di affiancarsi ai più altri prodotti dell’enologia internazionale.

Nasce così Duca Enrico, il primo Nero d’Avola in purezza imbottigliato in Sicilia, che, con l’annata 2018 Duca Enrico celebra la sua 34esima vendemmia. Un vino iconico, che ha saputo determinare la storia enologica dell’Isola e le sue evoluzioni. A partire dal mese di novembre, il nuovo Duca Enrico, espressione corale di un progetto che, consapevole del proprio passato, guarda al futuro con curiosità, sarà presentato e distribuito sui mercati internazionali con la denominazione Sicilia Doc.

 

La vendemmia 2018: mappatura e ascolto

La vendemmia 2018, per le uve di Duca Enrico è iniziata nella seconda metà di settembre. L’annata è stata caratterizzata da un inverno freddo e piovoso, a cui è seguita una primavera mite. Le piogge sono state provvidenziali nel ricostituire una riserva idrica che si è rivelata necessaria nelle settimane successive. Il mese di giugno è stato, infatti, particolarmente caldo ed asciutto. Durante luglio e agosto le temperature sono state invece più miti e hanno assicurato un’ottimale maturazione delle uve.

 

La vinificazione

In Cantina, dopo la diraspatura e una leggera pigiatura delle uve, è stata avviata la fermentazione alcolica in vasche di acciaio inox a temperatura controllata (28°C). Dopo la svinatura, il vino ha svolto la fermentazione malolattica prima di passare all’affinamento di 18 mesi in barriques di rovere francese nuove e di secondo passaggio. Al termine di questo processo, il vino ha riposato per oltre 6 mesi in bottiglia, prima dell’immissione in commercio.

 

Un’identità in evoluzione

Una tradizione e un saper fare secolari che si fondono alle nuove scoperte agronomiche ed enologiche. Così Duca Enrico conferma la sua attualità: restando fedele alla propria cifra stilistica e raccontando, al tempo stesso, una Sicilia in evoluzione. Il Nero d’Avola firmato dall’Enologo Barbara Tamburini, è orientato alla freschezza e all’eleganza, pur restando fedele all’anima intensa e strutturata che da sempre identificano questa etichetta.

Duca Enrico Sicilia Doc 2018 si presenta di un color rosso rubino intenso e profondo, costellato di riflessi violacei. Al naso si apre con note di amarena e lampone, seguite da cenni di vaniglia e spezie, dono del sapiente affinamento in barrique selezionate. Il palato è armonioso, con tannini vellutati e una grande persistenza aromatica. Un vino vibrante, nitido, con una grande capacità di crescita.

 

Ideale con carni rosse alla griglia, brasati e selvaggina. Ottimo abbinamento con formaggi di media e lunga stagionatura.

 

Il Natale è alle porte ed è tempo di pensare ai regali! Se cercate un’idea originale per far felice un wine lover, ma non solo, la nostra Enoteca Duca di Salaparuta di Casteldaccia (PA) e la nostra Enoteca Florio di Marsala vi aspettano per un’esperienza di wine shopping innovativa, comoda e divertente.

Tanti vini diversi, confezioni personalizzabili, con infinite possibilità di combinazione, e una selezione di prodotti gourmet – dal miele al cioccolato e dal tonno ai torroni – oppure libri, ceramiche e tanto altra oggettistica selezionata da Duca di Salaparuta, per trovare facilmente il regalo giusto per tutti.

E se non vivete in Sicilia non vi preoccupate! Potete scegliere tra i vini delle nostre Tenute Duca di Salaparuta oppure tra i nostri Marsala Florio comodamente da casa grazie al nuovo catalogo di Natale 2022! Non perdete l’occasione di vivere un Natale su misura, con un omaggio personalizzato che farà sicuramente felice chi lo riceverà. Vi aspettiamo!

 

COME ACQUISTARE?

È possibile recarsi direttamente in cantina, senza appuntamento, negli orari di apertura (dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00, e il sabato dalle 9.00 alle 13.00) per scegliere l’idea regalo che preferite e ricevere tutti i consigli e le informazioni per la scelta più adeguata.

 

Per chi invece non ha la possibilità di recarsi di persona in Cantina, può richiedere il servizio di Personal Shopper che, in diretta video dalla Cantina, segue il cliente negli acquisti consigliandolo sulla scelta del regalo giusto per ogni occasione. Per attivare il servizio è sufficiente telefonare e prendere appuntamento per una consulenza su WhatsApp dal lunedì al sabato, dalle ore 9.00 alle ore 12.00, al numero 091 945252 (Cantine Duca di Salaparuta) e al numero 0923 781307 (Cantine Florio).

 

I prodotti possono essere consegnati a casa o potete farli recapitare direttamente al destinatario. La spedizione, di cui si occuperà l’Enoteca, è gratuita in tutta Italia con un minimo di 50 euro di spesa. Inoltre, all’interno di ogni confezione l’Enoteca omaggerà un coupon valido (fino al 30 marzo 2023) per una visita gratuita presso le Cantine Duca di Salaparuta di Casteldaccia o le Cantine Florio di Marsala.

 

E se non avete dimestichezza con WhatsApp o non volete usufruire del personal shopper ma semplicemente “ordinare” telefonicamente i vostri doni scelti dal catalogo? Potete tranquillamente farlo chiamando gli stessi numeri.