Pubblicato il 24/11/2016
La Natura è l’artista per eccellenza. Con indiscussa abilità e maestria, sceglie dalla sua tavolozza le nuance più adatte a dipingere gli scenari, dando vita a composizioni cromatiche uniche. E in questo gioco di tonalità e gradazioni inizia a definirsi l’irripetibile identità di ciascun paesaggio. Persino il colore del terreno diviene manifestazione dell’estro creativo della Natura e tassello fondamentale nel mosaico di sfumature che definiscono il carattere originale di un ambiente. Ed è proprio il colore del terreno che contribuisce a creare lo stile inconfondibile delle Tenute Duca di Salaparuta: Vajasindi, Suor Marchesa e Risignolo, tre aree agricole che si presentano agli occhi dello spettatore ognuna diversa dall’altra. Vajasindi, la “selvaggia”, esibisce con sfrontatezza il suo manto scuro, dovuto alla presenza nel suolo di materiali di origine vulcanica, in cui la componente lavica è preponderante. Situata sul versante settentrionale dell’Etna, nel comune di Castiglione di Sicilia, la sua formazione si fa risalire infatti allo sgretolamento di vari tipi di lava appartenenti ad epoche diverse e ad elementi eruttivi quali lapilli, cenere e sabbia. Qui l’indole artistica della Natura ha scelto un look total black, tingendo di nero i campi della Tenuta. Un nero che trattiene calore influenzando così la maturazione degli acini. È su questa terra aspra che trova la forza e il coraggio di crescere il Nerello Mascalese di Làvico, il vino che rappresenta la sintesi raffinata del carattere deciso del vitigno di provenienza e che esprime la personalità selvaggia e tenebrosa della terra d’origine e del Vulcano. Sulle colline di Butera a Riesi, l’Artista per eccellenza ha dipinto un quadro luminoso dal nome “Tenuta di Suor Marchesa”. Osservandolo, si è colpiti dal “candore” del paesaggio: qui il terreno è molto chiaro, quasi bianco, per via della sua composizione calcarea. Come una pittrice impressionista, la Natura cattura sulla tela gli effetti luminosi che il suo occhio percepisce: una luce intesa avvolge il paesaggio realizzando uno spettacolo che inonda lo spettatore di leggerezza e ariosità. Tale effetto trova una spiegazione nel colore chiaro della terra che riflette i raggi solari, immagazzinando meno calore rispetto al suolo vulcanico e cedendolo in minor misura e più velocemente. Su questa “distesa bianca” crescono il verde delle foglie e il rosso degli acini delle uve di Triskelè: il vino dall’armonica combinazione di colore, profumo e gusto, nato dall’elegante accostamento di Nero d’Avola e Merlot, entrambe coltivazioni alle quali la Tenuta è vocata. Il “calore” è la grande cifra stilistica della Tenuta di Risignolo, collocata sulle campagne arse dal sole di Salemi. Qui le ampie pennellate di un caldo color terra danno vita a un suolo argilloso e ricco di humus, costituito soprattutto da limo e sabbia, materiali che permettono al terreno di riscaldarsi con facilità e al contempo di cedere il calore più lentamente. Dal morbido abbraccio tra il profilo delle colline e il cielo si dischiude il Grillo, della cui intensità Kados si fa interprete. Bianco di straordinaria struttura e pienezza, dai sentori floreali e agrumati, e dal sapore ampio vivo e vellutato, questo vino racchiude tutto il fascino di Risignolo, terra eletta alla viticoltura, all’interno della quale le uve a bacca bianca trovano le condizioni ideali per esprimersi al meglio.