Pubblicato il 15/02/2017
La natura del terreno su cui sorge la vigna influenza profondamente la qualità del vino prodotto. La composizione del suolo rappresenta, infatti, un elemento decisivo per la coltura e l’autentica espressione della vite: una stessa pianta non dà uve uguali, se coltivata in terreni che presentano caratteristiche differenti. È grazie a questa consapevolezza che i nostri agronomi, dopo aver scelto il vitigno con cui lavorare, hanno individuato accuratamente i territori ideali ad accoglierlo e a farlo crescere nel migliore dei modi. In relazione al vitigno, la preferenza è ricaduta su zone storicamente vocate al suo allevamento o su aree che non l’avevano mai ospitato, ma che avrebbero potuto offrire le condizioni ottimali per la sua coltivazione, secondo l’intuizione e lo studio attento degli agronomi e degli enologi: valutazioni che sono alla base dell’identificazione delle Tenute Duca di Salaparuta. Nei nostri possedimenti, dunque, abbiamo, in primo luogo, focalizzato l’attenzione sulla tipologia di uva da produrre, e abbiamo poi scelto il terreno più adatto, in base alla varietà selezionata. Ma non solo, la vocazione vitivinicola delle Tenute è stata esaltata da alcuni piccoli interventi che hanno favorito naturalmente l’espressione della vite, come il rimescolamento: un’operazione che avviene prima dell’impianto del vigneto, con l’obiettivo di rinvigorire la terra e di renderla più produttiva. L’importanza del rimescolamento risiede nell’opportunità di preparare il terreno ad ospitare la pianta nella maniera ideale, assecondando la composizione del suolo ed accentuandone gli effetti benefici sulla vita della vigna. Questo lavoro permette di amalgamare le parti ormai esauste della terra con quelle che si trovano in profondità e che sono maggiormente ricche di sostanze nutritive. Duca di Salaparuta è stato tra i primi a praticare il rimescolamento sull’Etna, nella Tenuta di Vajasindi. L’intervento ha preceduto l’impianto della vigna, facilitando l’innesto della pianta e rendendo il terreno naturalmente fertile, senza ricorrere a sostanze artificiali o provenienti da altre aree agricole. Il rimescolamento ha così favorito l’allevamento del Nerello Mascalese di Làvico, ma soprattutto ha consentito di sperimentare l’allevamento del Pinot Nero di Nawàri e Sciaranèra, offrendo una nuova, inaspettata casa a questo vitigno.
Anche nella Tenuta di Suor Marchesa l’intervento dell’uomo ha garantito al Nero d’Avola di Passo delle Mule la crescita su un suolo particolarmente adatto alla sua naturale espressione. Al momento dell’acquisto, la presenza di zone più fertili e di altre unicamente calcaree ha suggerito agli agronomi di procedere con il rimescolamento: in tal modo è stata valorizzata la qualità del terreno senza l’aggiunta di elementi estranei al territorio. È anche grazie a un simile intervento preparatorio, dunque, che il vitigno trova le condizioni ottimali e l’habitat perfetto per la sua maturazione ed espressione aromatica.