Pubblicato il 30/03/2021
L’Italia è terra di golosi, da Nord a Sud sono davvero tantissime le specialità dolciarie amate dagli Italiani per la Pasqua.
Le ricette spesso risalgono a tradizioni antiche e cariche di simbologie, alcune molto curiose!
Seguiteci in questo percorso lungo la Penisola alla scoperta della storia alle origini dei dolci di Pasqua più conosciuti, per ciascuno vi racconteremo gli aneddoti più interessanti e consiglieremo l’abbinamento Florio perfetto per rendere indimenticabile il momento del dessert di Pasqua.
La Colomba Pasquale
Indiscusso emblema di questa Festa, la colomba è simbolo di pace in molte culture e, per i cristiani, rappresentazione di salvezza.
Sono numerose le leggende che spiegano le origini di questo dolce. Una di queste lega la nascita della colomba pasquale alla tradizione longobarda del VI secolo e racconta che, durante l’assedio di Pavia, fu donato al re longobardo Alboino un pan dolce a forma di colomba. Era il giorno di Pasqua e il dolce piacque così tanto che convinse il re a promettere la pace e a desistere dal saccheggio della città.
Pavia fa da sfondo a un’altra leggenda, che fa risalire la nascita del dolce attorno al 612 d.C., anno in cui la città ospitò il santo abate irlandese San Colombano, il quale, invitato dai sovrani longobardi ad un sontuoso pranzo, rifiutò di mangiare le luculliane pietanze in segno di rispetto alla penitenza quaresimale. All’offesa della Regina Teodolinda per il rifiuto ricevuto, l’abate sorprese i commensali trasformando le pietanze in candide colombe di pane.
Si tratta naturalmente di racconti, ma è significativo che in entrambi la pace venga ristabilita grazie a un cibo a forma di colomba… una carica simbolica che arriva fino ai nostri giorni!
Quello che invece sappiamo con certezza è che la colomba pasquale che mangiamo oggi fu creata nella Milano degli anni ’30 dal pubblicitario Dino Villani, il quale ideò per una nota azienda dolciaria milanese un dolce che fosse simile al Panettone ma dedicato alla Pasqua.
Gli ingredienti di base, farina, burro, uova, zucchero e buccia d’arancia candita, e la caratteristica glassatura alle mandorle, sono rimasti immutati da allora, ma nel tempo la colomba ha assunto nuove e golose varianti: arricchite con cioccolato, uvetta, pistacchio tanto altro ancora.
Come godere pienamente di questo classico dessert di Pasqua? Ci vuole un vino dal gusto morbido, pieno e fruttato: Grecale è il moscato Florio dal palato fresco e dall’inconfondibile colore dorato, un vino dal profumo fragrante con sentori di miele d’acacia e fichi secchi.
La combinazione tra la pasta soffice del dolce e la persistenza di Grecale è vincente a ogni sorso, grazie al sapore avvolgente di questo Moscato capace di esaltare il trionfo di frutta secca contenuto nella glassa della colomba.
Uova di cioccolato
Aspettare il giorno di Pasqua per aprire l’uovo di cioccolato è un appuntamento che diverte grandi e piccini. Ma da dove proviene questa tradizione?
In molte civiltà l’uovo è metafora dell’unione tra terra e cielo e di rinascita, ma è dal Medioevo che questo divenne simbolo della Resurrezione cristiana, il guscio inanimato che contiene una nuova vita.
L’abitudine di regalarsi uova come augurio di rinascita nacque proprio allora ma, poiché le regole religiose proibivano di mangiare prodotti di origine animale durante la Quaresima, si diffuse l’abitudine di regalare delle uova bollite avvolte in foglie e fiori (in modo che si colorassero naturalmente) durante il giorno di Pasqua.
Sul momento in cui il cioccolato entrò a far parte di questa storia, non ci sono informazioni certe ma si racconta che fu il re Luigi XIV il primo a chiedere di realizzare un uovo con il nuovo ingrediente arrivato dalle Americhe. Altri raccontano, invece, che questa variante dolciaria fu inventata dai mastri cioccolatai torinesi nel ‘700, ma si deve effettivamente all’olandese Van Hauten l’usanza di inserire una sorpresa all’interno dell’uovo. Fu lui infatti il pasticciere che nel 1828 ideò uno stampo concavo che permetteva di creare uova sottili e vuote all’interno.
Tutti attendiamo Pasqua per mangiare le uova di cioccolato, ma per trasformare il rituale in una nuova esperienza di gusto perché non accompagnare questa golosità con un calice di vino?
Per questo abbinamento non abbiamo dubbi: il vino giusto è Oltre Cento.
L’ultimo marsala nato in casa Florio, con i suoi sentori di uva passa e vaniglia e il suo armonico fondo di frutta secca e uvetta è perfetto per accompagnare il cioccolato. Il suo palato caldo e rotondo, insieme al cioccolato, vi regalerà una dolce esperienza gourmet.
La cassata
Ricotta zuccherata, pan di Spagna, pasta reale e frutta candita: la cassata siciliana è un trionfo di dolcezza da gustare in ogni momento dell’anno ma pochi sanno che la regina dei dolci siciliani nasce come dolce pasquale.
La storia più accreditata dell’origine del dolce ci conduce nella Palermo araba dell’XI secolo e racconta di un dolce a base di crema alla ricotta di pecora, creata da un pastore. Il dolce fu chiamato quas’at, dal nome della ciotola in cui era contenuto l’impasto. Furono poi i cuochi dell’Emiro alla Kalsa che la rivestirono di un impasto simile alla pasta frolla, mentre la coloratissima variante che conosciamo oggi è il risultato di un’evoluzione proseguita in epoca normanna grazie all’invenzione, ad opera delle suore del convento della Martorana a Palermo, della pasta reale, introdotta per decorare il dolce assieme alla frutta candita. Nel tempo la frolla fu sostituita dal pan di Spagna, ma la veste barocca con cui la cassata si presenta si deve al pasticciere Salvatore Gulì che, nel 1873, che completò la ricetta con la zuccata.
In Sicilia c’è un proverbio che dice “Tintu è cu nun mancia a cassata a matina ri Pasqua” (è meschino chi non mangia la cassata la mattina di Pasqua), a sottolineare l’usanza di aspettare la fine della Quaresima prima di concedersi finalmente una fetta di cassata, come un premio alla fedeltà mantenuta. E quale vino abbinare a questo ricco premio? Per la Regina di Sicilia ci vuole un accompagnamento altrettanto nobile: Donna Franca. Donna franca è il prezioso marsala Florio dal palato avvolgente e vellutato, con profumi di datteri e albicocche che si fondono a spezie, frutta candita, caramello e mandorla amara.
Il gusto e la morbidezza di questo Marsala Superiore, unito alla pastosità della cassata, vi conquisteranno definitivamente!
Cuddura
Cuddura cu l’ova o pupo cu l’ova in Sicilia, cuzzupe in Calabria o scarcelle in Puglia. La tradizione della cuddura ha diversi nomi ma è diffusa in molte zone d’Italia, in particolare nel Meridione. Si tratta di un biscotto con una base simile alla frolla, che viene riccamente decorato con glassa o codette di zucchero e anche da uova sode colorate, che possono essere coperte interamente o affiorare parzialmente dalla pasta. Il dolce veniva cotto con le forme più svariate e curiose: panierini, pupi (bambole) e uccelli erano tra le più forme più comuni.
Ancora oggi la cuddura si prepara nella Settimana Santa e viene consumata pezzo dopo pezzo durante le feste. Con quale vino accompagnare questa golosa merenda?
Il vino più adatto è Ambar. Intenso e armonico, Ambar è un blend di moscati delicato e fresco, che con i suoi netti sentori di salvia, fiori di acacia e albicocca, renderà il momento del dolce ancora più goloso!
Quaresimali
Pochi e genuini ingredienti rendono questo dolce adatto alla sobrietà del periodo da cui prendono il nome. Questi biscotti furono inventati nel convento genovese delle suore agostiniane di San Tommaso nella metà del 1500. L’assenza di grassi di origine animale nell’impasto è dovuta all’antico precetto di non cibarsi di prodotti di origine animale durante la Quaresima, un piccolo espediente che consentiva di gustare dolci anche durante la Quaresima e senza trasgressioni!
Da allora la ricetta si è un po’ evoluta e oggi si trovano spesso ricoperti di glassa colorata, ma la tradizione di prepararli solo durante la Quaresima si è mantenuta nel tempo. E se i quaresimali non venivano considerati un peccato di gola, oggi possiamo aggiungere al dessert un tocco goloso con Zighidì.
Questo Passito liquoroso Florio concentra in sé tutta l’essenza della terra selvaggia e sensuale di Pantelleria, mentre il suo colore dorato dagli intensi riflessi ambrati custodisce la luce calda del Mar Mediterraneo. I profumi di agrumi che sprigiona nel bicchiere sono ideali per esaltare la frutta secca contenuta nei quaresimali.
Provare per credere!
Qual è il vostro dolce pasquale preferito? Gustatelo in abbinamento al vino giusto!
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